La Storia dell’affascinante Blu di Russia


Le notizie rintracciabili nelle fonti documentarie riguardanti la storia di questa razza sono purtroppo poche e discontinue nel tempo.
Per il periodo più antico possiamo solo seguirne le tracce, a partire dalla metà del XIX secolo, attraverso documenti della corte degli zar, diari di bordo dei marinai russi e di personaggi noti, leggende e storie popolari.
Nuovamente scarseggiano le notizie per gli anni a cavallo della seconda guerra mondiale mentre si torna ad avere documentazione relativamente alla seconda parte del ’900.

Il blu di Russia già viveva alla corte imperiale russa alla metà del 1800 e sappiamo che era il favorito di zar, granduchesse e nobili. In particolar modo lo zar Pietro I (il Grande) e sua figlia Elisabetta amavano tanto questi elegantissimi gatti al punto da allevarli personalmente e da permettere a questi animali di frequentare le stanze private dei figli. La zarina Caterina II (la Grande) usava invece rendere omaggio ai sovrani stranieri e agli ambasciatori accreditati donando loro gatti blu di Russia: ecco perché la regina Vittoria d’Inghilterra ne ebbe una prima coppia adoratissima, proveniente proprio dalla corte imperiale.

Alcuni esemplari di questi bei felini vennero illegalmente esportati da marinai russi che, per proteggere il carico (grano o stoffe preziose) dai roditori, li imbarcavano sulle loro navi mercantili in partenza dal porto di Archangel’sk sul Mar Bianco, così che anche il popolo cominciò a conoscere e apprezzare questi gatti dal pelo blu, chiamandoli “gatto arcangelo”, “maltese blu” o “spagnolo blu”.

Nel periodo elisabettiano (1558-1603), a seguito delle intense relazioni commerciali con la Russia del Nord, questi piccoli gatti blu arrivarono in Inghilterra con le navi da carico.

Nel 1875 si vide il primo esemplare di blu di Russia esposto a una mostra felina internazionale, precisamente all’Expo del Crystal Palace a Londra, dove venne messo in competizione con tutti gli altri gatti di colore blu.
Un’allevatrice britannica, la signora Caren Cok del South Walden nella contea di Essex, colpita dall’eleganza di questi animali, importò nel 1893, direttamente dalla Russia, una gatta di nome Olga di Archangel’sk, che divenne la capostipite del suo allevamento.

Nel 1912 esemplari di blu di Russia vennero inseriti nelle mostre feline nella classe di concorso dei “Foreign Blu” (dove sono tutt’ora) e cominciarono a suscitare l’interesse di giudici e gattofili.

Purtroppo l’avvento della seconda guerra mondiale portò quasi all’estinzione di questa splendida razza e gli allevatori inglesi si videro costretti a utilizzare gatti siamesi blu point negli incroci per rinforzare le esigue linee di sangue originali rimaste (ancora esistenti). Questo portava da una parte a un miglioramento del colore degli occhi, ma dall´altra peggiorava la qualità della pelliccia e la corporatura.

Grazie alla signora Maria Rockford, figura principale dell’allevamento (Cattery “Dunloe”) del russo blu, iniziato già prima della guerra, e al suo impegno di mantenere le caratteristiche originarie, una linea pura della razza sopravvisse agli eventi bellici una linea pura.

Nel 1965 si decise però di tornare a selezionare la linea originaria con le caratteristiche peculiari della razza primigenia.

Oltreoceano

In America il primo blu di Russia arrivò intorno all’anno 1900. Clinton Locke di Chicago, che fu anche la prima allevatrice di siamesi a importare soggetti dall’Inghilterra, acquistò un blu di Russia dall’aristocratico nome di Lockhaven Royal Blue, importato dal Regno Unito.
Sappiamo che inizialmente questa razza non ebbe molta fortuna nelle mostre.

Dopo la seconda guerra mondiale il blu di Russia venne reintrodotto nel nuovo continente grazie a C.A. Commaire del Texas, il quale importò nel 1947 due soggetti dall’Inghilterra.

Fino al 1960, anno in cui venne riconosciuto il korat, l’unica razza accettata ufficialmente con la sola variante di colore blu era proprio il blu di Russia. Nel 1980 si aggiunse il certosino e nel 1990 il nebelung e il blu di Russia a pelo semilungo.

Nel Nord Europa

Nella lirica nordica i gatti blu avevano un loro posto fisso già intorno al 1300, quando gli autori di canzoni e vecchi canti scandinavi ne narravano la presenza da 400-500 anni. Soprattutto i poeti lirici norvegesi rendevano omaggio a questi felini come i più stretti amici dell’uomo, perché liberavano le case da topi e ratti e assicuravano buoni raccolti. I gatti ottenevano per questo un posto caldo nelle stalle e anche una ciotola piena di latte dai contadini dei fiordi.

Il blu di Russia viene documentato ufficialmente per la prima volta nei paesi nordici nel 1948, in Svezia e Danimarca, mentre il primo esemplare che arrivò in Finlandia, nel 1963, fu un gatto proveniente dalla Svezia; tuttavia occorrerà attendere fino al 1990 perché qualche allevatore si dimostri interessato a intraprendere l’impresa con questa razza. In quegli anni cominciarono a vedersi in mostra molti soggetti e il pubblico rimaneva incantato da quel gatto così bello e ricco di personalità tanto che oggi in Finlandia si contano più di 600 esemplari registrati.

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